di Daniela Piesco Direttore Responsabile 

A Benevento soffia un vento che odora di asfalto fresco, cemento e appalti truccati. La cronaca giudiziaria degli ultimi anni e i movimenti sottotraccia del giornalismo investigativo dipingono un quadro allarmante. L’arrivo di Sigfrido Ranucci, volto di Report, con la presentazione del suo libro “La Scelta” il prossimo 6 aprile, non è una semplice coincidenza culturale. Gli inviati della trasmissione, secondo fonti riservate, stanno lavorando sul territorio sannita per un’inchiesta esplosiva sugli appalti pubblici locali. L’aria, in città, è densa di attese e preoccupazioni.

Non è la prima volta che il nome di Benevento compare in una rete di relazioni opache tra politica e imprenditoria. Nel novembre 2021, un terremoto giudiziario ha travolto il presidente della Provincia, Antonio Di Maria, arrestato con accuse gravissime: corruzione, turbativa d’asta, e pilotaggio sistematico di almeno 11 gare pubbliche. L’ordinanza parlava chiaro: “un sistema strutturato” per spartirsi lavori pubblici, con la complicità di imprenditori compiacenti e funzionari pubblici.

A distanza di poco più di tre anni, lo spettro di quel sistema torna a far parlare di sé. Nel gennaio 2025, un’altra indagine ha coinvolto il sindaco di Tocco Caudio e altri dieci indagati per presunte gare truccate. È un déjà-vu giudiziario che mostra come, nel Sannio, il problema non sia episodico ma sistemico.

Secondo dati riservati raccolti incrociando le relazioni dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) e le informazioni filtrate dalle procure campane, circa il 23% degli appalti pubblici nella provincia di Benevento, tra il 2018 e il 2023, ha evidenziato anomalie procedurali: affidamenti diretti sospetti, ribassi anomali, rotazioni mai rispettate, o bandi fotocopia. Un numero che eccede ampiamente la media nazionale, già alta, e che dovrebbe preoccupare ogni cittadino.

Non si tratta solo di tecnicismi. Gli appalti pubblici determinano la qualità delle scuole, delle strade, dei servizi sanitari. Se il denaro pubblico viene gestito da una rete opaca di interessi, sono i cittadini a pagare il prezzo. Non a caso, il Sannio è una delle province italiane con il più alto tasso di opere incompiute, spesso collegate a progetti partiti in pompa magna e poi svaniti nel nulla.

C’è un silenzio, però, che pesa più delle indagini. È quello della politica locale, che raramente prende posizione netta contro questi fenomeni. Si preferisce la prudenza, il rinvio, la negazione. Eppure, le telecamere di Report potrebbero squarciare questo velo, portando alla luce nomi, metodi e affari. E forse, in quella luce, Benevento potrà decidere se continuare a essere terra di opacità o scegliere finalmente la trasparenza.

E il ruolo dei media locali? In parte assente, in parte complice di un clima di prudente silenzio. Con alcune eccezioni (poche testate online e qualche voce indipendente), la stampa beneventana ha preferito non infastidire i centri di potere. Le cronache si limitano spesso a riprendere i comunicati stampa ufficiali, senza scavare, senza domandare.

Noi no. Noi ci distinguiamo.
Facciamo luce dove gli altri spengono i riflettori. Ci interessa la verità, non il colore politico. Non abbiamo padroni da compiacere, né timori reverenziali verso chi occupa posizioni di potere – di qualunque schieramento siano. La nostra missione è semplice: raccontare i fatti, denunciare gli illeciti, dare voce a chi chiede trasparenza.

Il fuoco del giornalismo libero deve ardere ogni giorno. E noi, a differenza di altri, non abbiamo paura di bruciarci.

L’arrivo di Report potrebbe cambiare le carte in tavola. Non solo per ciò che emergerà dall’inchiesta, ma perché riaccende un riflettore necessario. La trasparenza non si ottiene con le cerimonie o le inaugurazioni, ma con la verità, anche scomoda.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.