di Domenico Maceri

E chi non vorrebbe l’endorsement del presidente in carica che gode di tanta popolarità adesso?” Così Brad Schimel, candidato a giudice della Corte Suprema nello Stato del Wisconsin che terrà l’elezione il primo aprile. Schimel ha continuato a cantare le lodi di Trump aggiungendo che il presidente è riuscito a compiere molte cose anche prima del suo insediamento.

Trump non ha ancora offerto il suo endorsement ma il suo amicone Elon Musk lo aveva già fatto nel mese di gennaio in un tweet in cui ha dichiarato l’importanza di “votare per il repubblicano nell’elezione per la Corte Suprema del Wisconsin per evitare la frode elettorale”. Il padrone di X (già Twitter) ha anche aperto il suo portafoglio spendendo 11 milioni di dollari in annunci negativi per attaccare Susan Crawford, la rivale di Schimel. Musk però non sarebbe motivato solo da ideologia. Attualmente Tesla si trova in difficoltà legali perché lo Stato gli ha negato di aprire una concessionaria per vendere le sue macchine direttamente ai consumatori invece di usare intermediari come fanno le altre aziende automobilistiche.

Perché interessa tanto l’elezione del primo aprile in Wisconsin a Musk? Il Badger State (Stato del tasso) è uno dei pochi Stati “turchini”, che a volte va ai democratici e a volte ai repubblicani per le elezioni presidenziali. La maggioranza alla Corte Suprema statale ha però influenza che va al di là delle contese nazionali. Non sorprende dunque che anche i democratici abbiano speso notevoli somme di soldi per supportare Crawford anche se molto meno. Il Wisconsin fu vinto da Joe Biden nelle presidenziali del 2020 con un margine del 0,6 percento e nel 2024 da Trump con un margine del 0,9%. Si tratta di una ventina di mila voti. Nelle elezioni statali però storicamente i repubblicani hanno avuto molto successo proprio perché dominavano alla Corte Suprema che decide le mappe elettorali. Questo potere di decidere le delineazioni dei seggi nelle elezioni statali ma anche per quanto riguarda i seggi alla Camera federale conferisce grandi vantaggi politici. Chi decide queste delineazioni elettorali lo fa spesso per facilitare la vittoria di un partito o l’altro.

Due anni fa però dopo l’abrogazione del diritto all’aborto per decisione della Corte Suprema statunitense la maggioranza dei giudici all’Alta Corte del Badger State è cambiata. Con la vittoria di Janet Protasiewicz i democratici ottennero la maggioranza di 4-3 e dunque alcune modifiche furono fatte dalla legislatura con l’approvazione della Corte Suprema statale. Si è creato un sistema di distretti più competitivo. L’elezione di Protasiewicz fu resa possibile dall’animosità verso i repubblicani che furono penalizzati dall’ira delle donne per la perdita del loro diritto. La maggioranza democratica alla Corte Suprema del Wisconsin è durata due anni poiché la giudice Ann Walsh Bradley ha annunciato l’intenzione di andare in pensione. Ecco come si piega l’elezione del primo aprile.

Può sembrare strano che i giudici della Corte Suprema di uno Stato vengano scelti dagli elettori direttamente. Ma nel Wisconsin come in altri 24 Stati dell’Unione i giudici della Corte Suprema Statale vengono eletti democraticamente. In 10 di questi Stati i candidati sono eletti in elezioni regolari e i giudici sono identificati nelle schede elettorali secondo l’affiliazione al loro partito. In altri 14 Stati, invece, le elezioni sono non partisan in cui i candidati appaiono nelle schede elettorali senza l’identificazione del partito politico come avviene in Wisconsin. Ciononostante nella campagna elettorale l’ideologia dei candidati a giudici emerge chiaramente. Negli altri Stati i giudici della Corte Suprema vengono nominati tipicamente dal Governatore e in due vengono nominati dalla legislatura. Il legame tra magistratura e politica è ovviamente chiaro. Anche nella Corte Suprema federale i giudici vengono nominati dal presidente e confermati dal Senato, ambedue organi politici. Ecco come si spiega l’orientamento conservatore di 6 dei 9 giudici attuali, 3 dei quali sono stati nominati da Trump.

L’attuale inquilino alla Casa Bianca non si è pronunciato sull’elezione del Wisconsin. Ha altre gatte giudiziarie molto più serie da pelare. La prima è l’ingiunzione del giudice distrettuale Theodore Chuang del Maryland che ha bloccato a tempo indeterminato tagli addizionali all’USAid apportati da Musk e il suo Dipartimento dell’Efficienza Governativa (Doge). Il giudice Chuang ha congelato lo smantellamento dell’agenzia per lo sviluppo poiché le azioni di Doge probabilmente violano la Costituzione degli Stati Uniti. Ma il secondo caso è molto più grave. Si tratta dell’accusa di Trump al giudice federale James Boasberg che ha messo dubbi sull’uso dell’Alien Enemies Act del 1798 per deportare alcune centinaia di migranti accusati di fare parte della gang venezuelana Tren de Aragua. Per assumere pieni poteri e raggirare la magistratura Trump si è inventato una guerra che gli permetterebbe di deportare chi vuole. In un messaggio durissimo contro Boasberg su Truth Social Trump lo ha accusato di essere un “lunatico di sinistra radicale…… che dovrebbe essere messo sotto IMPEACHMENT” (maiuscole di Trump). Il presidente della Corte Suprema John Roberts, probabilmente reagendo all’attacco di Trump al giudice Boasberg, ha rilasciato un rarissimo comunicato in cui asserisce che “l’impeachment non è una risposta appropriata a una decisione giudiziaria” e che il processo di “appello esiste proprio per questo scopo”.

Il giorno dopo il comunicato di Roberts, Trump ha nuovamente attaccato il giudice Boasberg di “volere assumere il ruolo di presidente”. In realtà, Boasberg vuole semplicemente ricordare a Trump che non può agire da dittatore.

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Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della  National Association of Hispanic Publications.

 

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