Roma, 19 mar. (Adnkronos) – “Sì, sì mi sono commosso… insomma davanti a una cosa del genere, una presidente del Consiglio che offende la memoria e la storia di questo Paese, può succedere di commuoversi”. Federico Fornaro esce dall’aula in Transatlantico ancora scosso. Il deputato Pd è insorto alle parole di Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene, lui che oltre alla politica unisce la passione per la storia ed è autore di numerosi saggi dedicati alla Resistenza e agli anni del fascismo, da ultimo quello dedicato a Giacomo Matteotti, ‘Giacomo Matteotti. L’Italia migliore’.
E allora Fornaro si schiera anche da storico contro ‘l’utilizzo’ fatto dalla premier Meloni del Manifesto. Ne ricorda le varie stesure e come nelle prime il “peso dell’elemento socialista” fosse “più forte”. Ma, argomenta, il Manifesto è ricordato “perchè nel 1941 mentre in Europa imperava il nazismo disegna l’Europa federale. Decontestualizzare quel documento significa offendere la memoria di persone straordinarie. Sono caduto nella loro trappola, nelle loro provocazioni? Può darsi, ma io per difenere la memoria e la storia sono disposto a caderci ogni giorno”. Fornaro ha quindi apprezzato l’intervento del presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che ha chiesto di “onorare la memoria di chi ha messo in gioco la propria vita per assicurare il principio di libertà e di espressione da parte di tutti”.
