Roma, 21 mar. (Adnkronos Salute) – “C’è la speranza di riaprire un tavolo dopo la metà aprile. Dobbiamo trovare una soluzione. Se non si riesce proprio a chiudere un contratto, quello degli aumenti per legge può essere la soluzione, ma è una extrema ratio”. Così Antonio Naddeo, presidente Aran, Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, oggi a Rimini al congresso Congresso nazionale Fnopi, Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, commenta quanto detto ieri in un videomessaggio dal ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, circa la possibilità di aumenti per legge in caso non si raggiungesse un accordo sul Ccnl sanità.
“C’era la possibilità di firmare il contratto a gennaio, non ci siamo riusciti”, sottolinea Naddeo. “Va ricordato – evidenzia – che la firma del contratto porterà gli aumenti dopo 4-5 mesi: se riuscissimo a firmare a maggio questi aumenti, che molti attendono, arriverebbero a ottobre, novembre, dicembre. Io tenterei sempre la strada della contrattazione e anche Zangrillo è d’accordo. Nel contratto non ci sono solo le risorse finanziarie. Ci sono tante norme che servono per la conciliazione vita-lavoro, per sostenere gli infermieri che subiscono aggressioni su luoghi di lavoro e norme che aiutano gli infermieri nel loro lavoro, nella loro professione. Speriamo – auspica il presidente Aran – che qualcuno ci ripensi e che venga a sottoscrivere il contratto che sarebbe la soluzione migliore”.
Sulla possibile firma del contratto tra maggio e giugno, “c’è il problema delle elezioni dell’Rsu: le organizzazioni sindacali – osserva Naddeo – sono tutte prese in questa campagna elettorale. Anche in altri settori non riusciamo a fare le convocazioni. Queste Rsu finiranno a metà aprile, poi c’è la speranza di riaprire questo tavolo che non si è rotto, ma è in una situazione di stallo. Qualcuno deve cambiare idea: per esempio i sindacati che non avevano intenzione di firmare il contratto. Mi auguro che qualche cosa si possa fare perché i contratti sono delle mediazioni – rimarca il presidente Aran – bisogna trovare delle mediazioni dalla parte datoriale, ma anche dalla parte sindacale. Così si fanno i contratti. Non si può sognare il contratto migliore, si deve trovare un contratto sufficiente per garantire i lavoratori sia dal punto di vista retributivo sia dal punto di vista delle norme che favoriscono la conciliazione vita-lavoro. Noi abbiamo già le risorse finanziarie per il prossimo contratto – precisa – Perciò avremo la possibilità di fare i 3 contratti in pochissimi anni. Abbiamo firmato 2 anni e mezzo fa il contratto 2019-2021. Speriamo che qualcuno ci ripensi, altrimenti proveremo a fare la convocazione dopo” il rinnovo dell’Rsu, ma “se rimangono uguali non ho tanta speranza che il contratto venga sottoscritto”.
Per quanto riguarda la questione dell’assistente infermiere, Naddeo ricorda che “qualcosa già c’è: un accordo fatto con la Conferenza” delle regioni, “un decreto ministeriale che abbiamo semplicemente recepito nel contratto. So che c’è parecchia resistenza da parte della categoria, però ritengo che lo dobbiamo sicuramente recepire, non ci sono altre possibilità”, puntualizza.
“Però – conclude – se abbiamo una carriera dell’infermiere non si deve avere paura dell’assistente infermiere, si deve guardare avanti, avere una visione. C’è una visione sul futuro di una professione rilevante, importante per tutto il sistema sanitario”.
