Di Alberto Barlocci *

Si fa un bel dire: una cosa é quello che Trump dice, altra cosa é quello che fa. Lo si é detto a Davos, ad esempio. Ma il problema é un altro: nel frattempo, quello che dice Trump e anche quello che fa provoca molte sofferenze. Basta considerare le briglie sciolte che ha lasciato a Elon Musk, che comincia a passare la motosega nella spesa statale in modo quanto meno grossolano: tagliate il 10% dei funzionari in tale area… ma oggi! Nessun manager prenderebbe una decisione di questo tipo da un giorno all’altro. Chiunque ha esperienza in merito (e gli industriali oggi ci stanno pensando sopra con attenzione, perché sanno cosa significa) sa bene che ci si mette a tavolino e si analizzano i casi vari, scegliendo chi é un contributo essenziale all’azienda, chi lo é meno… e se hai una briciola di umanitá, analizzi anche l’aspetto umano delle persone. Ma sforbiciare all’ingrosso (grossolanamente) la lista dei funzionari é un gesto che di razionale non ha niente. Anche perché magari domani dovrai contrattare di nuovo alle stesse persone che conoscono la storia, gli antecedenti, come funzionano le cose in quel dipartimento. Siamo di fronte all’aspetto piú elementare della gestione di gruppi aziendali dei quali Musk e Trump dicono di essere esperti. Va detto lo stesso in merito alla politica dei dazi: continuerá ad libitum? É probabile che no, perché non ha niente di razionale se non una Ignoranza Abissale (notate le maiuscole) in merito a come funziona l’economia. Solo industriali ignoranti di economia possono credere che importare é male esportare é bene. L’effetto finale in genere é neutro. Si importa ció che é necessario, si esportano prodotti che altri non hanno. Punto. Ma nel frattempo, le sofferenze generate sono enormi. Il New York Times ne é cosciente ed ha giá detto a Trump: vuole la lista delle vittime che lei sta causando? Gliela possiamo offrire. Andrá bene a Trump? Nel breve termine quasi sicuramente sí. E conoscendo l’arroganza narcisista che lo (e ci) affligge, userá questi dati per sfoggiare la sua supposta intelligenza superiore (recentemente ha affermato: so tutto e in genere non apprendo niente da nessuno…) e il suo talento quale “winner” (vincente). Ma difficilmente andrá bene a futuro perché la Terra gira attorno al Sole e non attorno a Trump, e certe leggi dell’economia globalizzata sono ormai ineludibili. Nel mondo dei motori chimici, Trump vuole tornare alla trazione animale… Non andrá bene. Ma nel frattempo prepariamoci alla caterva di vittime ed ai danni che provocherá prima che qualcuno si accorga che il “re é nudo”. Anche perché poi ci sono gli imitatori. Dalle parti di Gerusalemme, un altro apprendista stregone sta scoperchiando il deposito dei vasi di Pandora. La donna/madre/cristiana ancora non sa se salire sul carro del winner statunitense o seguire certo buon senso dei partner europei… Nel frattempo, come don Abbondio, guarda al winner facendogli occhi dolci (specie a Musk) ed alla vittima come dire: ma vede bene che se avesse ragione io sarei con lei. Eh sí, é facile fare il leone con i migranti fatti morire in mare, per poi essere teneri agnellini con i prepotenti. Il contrario lo fanno gli statisti e coloro che una coscienza ce l’hanno. Ce l’aveva De Gasperi che si oppose al diktat di Pio XII di seguire le sue indicazioni merito a combattere i comunisti. De Gasperi ricorse alla sua coscienza di uomo di stato e capo di governo e disse no. Ne pagó un amaro prezzo. Ma oggi lo ricordiamo come statista. Altri saranno un ricordo, un sassolino appena nelle scarpe della storia.

 

*Alberto Barlocci giornalista in Cile, esperto di politica internazionale e docente universitario di Diritto e di Etica

 

pH Pixabay senza royalty

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