Roma, 25 mar. (Adnkronos) – “Mi trovo di nuovo a chiedere un’informativa del ministro degli esteri Tajani in Parlamento perché siamo di fronte alla prosecuzione in Medioriente di una guerra sempre più di una guerra di sterminio segnata da crimini di guerra che si sommano gli uni agli altri. È arrivato il momento che la comunità internazionale batta un colpo e che il nostro governo faccia la sua parte. Io non credo che sia possibile continuare ad assistere inermi a quello che ormai da troppo tempo avviene in Palestina da parte delle truppe israeliane”. Lo afferma in apertura di seduta a Montecitorio Nicola Fratoianni di Avs.
“Nelle scorse ore l’ennesimo atto criminale questa volta – prosegue il leader di SI – ha coinvolto Hamdam Ballal, uno dei registi di un documentario premiato con l’Oscar Motherland, prima aggredito e linciato da un gruppo di coloni e poi arrestato dai soldati israeliani. Mentre accadeva questo, continuavano i bombardamenti su Gaza, le distruzioni di ospedali e di infrastrutture civili, continua il massacro dei bambini, continuano le violazioni sistematiche in Cisgiordania nei territori occupati, continua la pulizia etnica, continua quello che noi abbiamo più volte definito il genocidio del popolo palestinese. Allora, io domando a questo Parlamento e al governo della Repubblica Italiana che cosa stiamo aspettando?”.
“Perché prima o poi arriverà il conto della storia per tutti e tutte qualcuno vi chiederà dove eravate e che cosa avete fatto per impedire quello scempio. Non potete continuare a cavarvela con le parole di circostanza, uste sempre le parole moderazione e preoccupazione, ma vi paiono parole adeguate di fronte a quello che accade? Dovremmo piuttosto richiamare il nostro ambasciatore. Dovremmo proporre delle sanzioni nei confronti dei governo israeliano. Dovremmo andare in Europa a sbattere i pugni sul tavolo per dire che il trattato di associazione Ue Israele deve essere sospeso, dovremmo magari riconoscere lo Stato palestinese. L’unica cosa che non potete e non possiamo continuare a fare – conclude Fratoianni – è stare zitti o peggio pronunciare parole di circostanza perché così ci rendiamo anche complici del massacro inaccettabile che sta continuando davanti ai nostri occhi”.
