di Rossella Matrangolo 

Ebbene sì, erano già scritti e documentati nel “Synodicon dioecesanum S. Beneventanae Ecclesiae” del 1686, i 172 Monti frumentari istituiti nel nostro territorio che si riaffacciano dopo secoli e ci sfidano in maniera intrigante anche ora.Il gruppo di ricerca denominato “Gruppo Monti frumentari Sannio”, che ha voluto rispondere all’invito dell’economista Luigino Bruni a realizzare dal basso una mappatura di questi Monti in Italia, sta dando i suoi primi frutti. Un esperimento, come lui stesso ha definito, di “intelligenza collettiva” che ci sta riconsegnando la memoria di modelli di una economia solidale ed inclusiva che le comunità locali hanno vissuto e incarnato già dal XVII secolo. Il team di ricerca formato da 14 tra docenti universitari e docenti di scuole superiori, appassionati di storia del Sannio ed esperti di agricoltura e di modelli di consumo lento ed inclusivo, hanno avviato una ricerca negli archivi parrocchiali, diocesani, di ordini religiosi e confraternite scoprendo non solo elenchi di Monti diffusi su tutto il territorio ma anche racconti di un’umanità attenta ai bisogni dei propri concittadini. Benevento, Montefalcone, Baselice, San Marco dei Cavoti, Apollosa e San Giorgio la Molara per citare qualche località oggetto del nostro studio attuale, svelano e continuano a svelare una ricchezza di fraternità collettiva, dove le distanze tra la dimensione ecclesiale e quella laica si annullano di fronte al grido dei poveri e ci si ritrova come Peppone e Don Camillo sotto lo stesso ombrello ad attendere che la piena del fiume rientri . Il cuore grande e lo sguardo lungimirante del Cardinale Orsini hanno generato e promosso questi “istituti di credito”: il primo, fondato a Benevento, è stato poi seguito da “un’onda lunga di imitatori” del futuro Papa che ha raggiunto quasi tutti gli angoli di una terra che allora abbracciava parte dell’ odierno Sannio e del Molise e che rientrava nell’Arcidiocesi di Benevento. Questo è un po’ il senso della mappatura dal basso: una ricerca che può coinvolgere tutti e che svela storie di povertà estrema e di estrema generosità, una generosità che ha saputo uscire dai canali istituzionali contaminando persone di pensiero e di estrazione diversa. Dal semplice analfabeta che ha sentito il bisogno di destinare gran parte di una “fortuna” ricevuta per caso alla fondazione di un Monte Frumentario al possidente di un paese dell’entroterra sannita che ha voluto essere protagonista attivo di questa rete di solidarietà. Storie quindi che si intrecciano e raccontano di un’economia locale viva e sensibile.
I Monti frumentari – ci ricorda il prof. Giuseppe Marotta dell’Unisannio – erano Enti mutualistici nati nel XV secolo con la finalità di distribuire ai contadini poveri il grano e l’orzo di cui avevano bisogno per la semina, con l’obbligo di restituzione con una piccola quantità aggiuntiva… le famiglie contadine povere, nel corso dell’anno, finivano per consumare l’intero raccolto di grano e orzo per il proprio sostentamento, senza riuscire a mettere da parte i semi necessari per avviare l’annata agraria successiva. I Monti frumentari nacquero, quindi, in risposta a un bisogno reale di sostentamento delle famiglie povere, ma anche con la finalità di sottrarle all’usura.”


La singolare iniziativa prosegue in questo anno giubilare e non solo in Italia. La buona notizia è che ci sono tracce di questi Monti anche in Sudamerica. Il prof. Alberto Barlocci dell’Universidad Catòlica del Norte in Cile, che collabora alla ricerca, ci segnala infatti la presenza di Monti di pietà e frumentari anche in Argentina, Cile, Colombia e in Perù addirittura dal 1575 ; Monti fondati da francescani spagnoli che ne promossero attivamente la diffusione.
E’ nel Sud del mondo quindi che semi di una economia cooperativa e solidale sono stati gettati da secoli nel tessuto vitale di piccole comunità e che hanno consentito agli abitanti di sopravvivere e di conservarne nella memoria collettiva la forza rigeneratrice.
Intanto l’avventura continua…

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.