Un’ombra gravissima si abbatte su Benevento e sull’ospedale “Fatebenefratelli”, al centro di un’inchiesta scioccante che ha scosso l’opinione pubblica locale e nazionale. Due uomini, un cardiologo in servizio presso la struttura sanitaria e un vice pretore onorario pugliese, sono imputati per violenza sessuale di gruppo, esercizio abusivo della professione medica, interferenze illecite nella vita privata e diffusione illecita di contenuti sessualmente espliciti.

Secondo l’impianto accusatorio, durante normali visite mediche ambulatoriali, ignare pazienti venivano filmate e palpeggiate, in un contesto che, se confermato, rappresenterebbe una delle più gravi violazioni dell’etica medica e della fiducia che ogni cittadino ripone nel sistema sanitario. I video, a quanto emerge, venivano poi inoltrati dal medico al secondo imputato, una figura che ricopriva un ruolo istituzionale e che, anziché denunciare, avrebbe preso parte consapevolmente a questo scambio aberrante.

Il numero delle vittime accertate è salito a venticinque, molte delle quali, dopo essere state identificate e ascoltate in ambiente protetto dalla Guardia di Finanza, hanno sporto formale querela. Gli investigatori, grazie all’analisi dei supporti informatici sequestrati, hanno potuto ricostruire con precisione le dinamiche delle violenze.

Tra le parti civili ammesse, spicca la stessa struttura ospedaliera “Fatebenefratelli”, che ha chiesto un risarcimento di un milione di euro, a testimonianza del danno incalcolabile arrecato non solo alle vittime dirette, ma anche all’immagine dell’intero ospedale e del personale che vi lavora onestamente.

Il caso, già esploso nel giugno scorso con una prima ordinanza cautelare, ha conosciuto un aggravamento nel mese di settembre con l’emissione di una nuova misura restrittiva che ha condotto i due imputati in carcere. Attualmente, entrambi si trovano ai domiciliari. I reati contestati si sarebbero estesi anche ad altri episodi emersi successivamente, inclusi fatti risalenti al 2021.

Se le accuse dovessero essere pienamente confermate, ci troveremmo di fronte non solo a un crimine odioso e reiterato, ma anche a una clamorosa violazione del giuramento di Ippocrate, il principio fondante della professione medica, che impone al medico il rispetto e la tutela della dignità e della riservatezza del paziente. Qui, invece, i corpi delle pazienti sarebbero stati trasformati in oggetto di sopraffazione e voyeurismo, in un ambulatorio divenuto teatro di un abuso sistemico.

La città di Benevento osserva con sgomento lo svolgersi delle udienze, la prossima delle quali è fissata per il 14 aprile. In attesa dell’esito giudiziario, resta l’amarezza per un episodio che rappresenta una ferita profonda alla coscienza collettiva, una vergogna che, se accertata in via definitiva, segnerà in modo indelebile la storia recente della città, e richiederà una seria riflessione anche all’interno degli ordini professionali e delle istituzioni sanitarie.

Non sarebbe solo una vergogna giudiziaria, ma un tradimento spietato di ogni principio umano e professionale.
Un colpo al cuore della medicina. E un incubo che Benevento non potrà dimenticare.

Il tempo della giustizia è iniziato. Quello della verità, per rispetto delle vittime e della comunità, non può più attendere.

 

pH Pixabay senza royalty

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.