Brasilia, 26 mar. (Adnkronos/Dpa/Europa Press) – La Corte Suprema del Brasile ha accolto all’unanimità la denuncia della Procura generale sul tentato golpe di Jair Bolsonaro e di sette suoi alleati: l’ex presidente e i suoi fedelissimi sono accusati dei crimini di rivolta e tentato colpo di Stato dopo gli attacchi alle istituzioni di Brasilia dell’8 gennaio 2023. “Ci sono prove ragionevoli a sostegno della denuncia” presentata dalla procura, ha affermato il relatore del caso presso la Corte Suprema, il giudice Alexandre de Moraes, sottolineando che l’ex presidente brasiliano “conosceva, gestiva e discuteva la bozza” del piano golpista, nel quale coinvolse anche il resto degli imputati: l’ex ministro della Giustizia Anderson Torres, gli allora funzionari della Difesa Walter Braga Netto e Paulo Nogueira; l’ex capo del gabinetto di Sicurezza Augusto Heleno Ribeiro, l’ex direttore dell’Intelligence Alexandre Ramagen l’ex comandante della Marina Almir Garnier Santos e il suo braccio destro, il colonnello Mauro Cid.
Nella sua relazione, De Moraes ha mostrato immagini degli eventi violenti di quel giorno e ha confutato la difesa di Bolsonaro secondo cui i partecipanti erano religiosi e anziani. “Non c’è nessuna Bibbia da vedere.” Quella non era una “domenica al parco”, ha affermato il giudice. “L’organizzazione criminale ha compiuto tutti i passi necessari per deporre il governo legittimamente eletto. Un obiettivo che, perseguito con tutti i suoi sforzi, non si è realizzato a causa di circostanze che gli accusati non sono riusciti a superare: la resistenza dell’esercito e misure eccezionali”. Dopo l’incriminazione di Bolsonaro e dei suoi sette fedelissimi, seguirà la fase investigativa, in cui le parti dovranno raccogliere prove e raccogliere dichiarazioni di testimoni, prima che il tribunale prenda una decisione definitiva. Per questi crimini l’ex presidente brasiliano rischia una pena fino a 40 anni di carcere.
Bolsonaro non era presente al voto, che ha preferito seguire in videoconferenza dall’ufficio che, come parlamentare, suo figlio Flávio Bolsonaro ha al Senato. La Procura ha accusato Bolsonaro di aver cercato di impedire in modo coordinato il raggiungimento dei risultati delle elezioni presidenziali del 2022, anche se “il piano” è iniziato nel 2021 con un’altra serie di azioni e dichiarazioni con cui ha messo in dubbio le decisioni dei tribunali e la trasparenza del sistema elettorale. Allo stesso modo, la Procura ha presentato le prove dell’esistenza di un piano per realizzare non solo un colpo di stato, ma anche l’omicidio del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, del vicepresidente Geraldo Alckmin e del giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes, nel cosiddetto piano “Pugnale verde e giallo”.

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