“Io sono convinta che la scrittura non serva per farsi vedere ma per vedere”. Susanna Tamaro
In una piccola città, nel cuore della campagna toscana, viveva una scrittrice di fama locale, Elisabetta Cabetti. Il suo talento nell’intrecciare trame avvincenti le aveva garantito un certo prestigio, ma la sua personalità arrogante e il suo comportamento scontroso avevano eretto un muro tra lei e i suoi lettori.
Un pomeriggio estivo, durante una presentazione del suo ultimo romanzo, Elisabetta si sedette sul palco con un’espressione di superiorità, ignorando gli occhi curiosi del pubblico che la scrutavano. “Sappiate – iniziò con voce gelida – che solo chi comprende l’arte della scrittura può apprezzare il mio lavoro.” Le parole, cariche di presunzione, defluirono tra gli astanti come un fiume in piena, sollevando un’ondata di insofferenza.
Una giovane aspirante scrittrice, Sara, si alzò timidamente per porre una domanda. “Cosa l’ha ispirata a scrivere il suo ultimo libro?” chiese con voce sussultante. Elisabetta, alzando un sopracciglio, rispose con un sorriso sarcastico: “L’ispirazione è per i dilettanti. Io scrivo perché posso farlo.”
Sara, risentita ma determinata, non si lasciò intimidire. “Ma come possiamo imparare se non condividiamo le nostre esperienze?” ribatté. La sala si fece silenziosa, tutti trattenevano il respiro, attendendo la reazione dell’autrice.
Il volto di Elisabetta si tese in una smorfia di disprezzo. “Imparare? Cari miei, l’arte non è per tutti. È un privilegio riservato a pochi.”
La provocazione di Sara, però, risvegliò qualcosa dentro di lei, un impulso di vulnerabilità emotiva che non accettava.
Con il passare dei giorni, Elisabetta iniziò a riflettere sulle parole della ragazza. A poco a poco, la sua arroganza iniziò a sgretolarsi, rivelando un desiderio di connessione umana che non aveva mai ammesso. Fu così che, nel suo prossimo romanzo, decise di scrivere sulla fragilità e la bellezza dell’incertezza, attirando lettori come mai prima.
Dopotutto, la vera scrittura non è solo un atto di talento, ma un ponte reale tra anime.
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