Il ‘The Lancet’ lancia un appello globale contro le nuove politiche restrittive della gestione Trump, responsabili di minare la trasparenza e l’integrità della ricerca scientifica

A cura di Raffaele Arigliani

Nel numero di febbraio 2025 della rivista medica più autorevole al mondo, The Lancet, si delineano scenari drammatici che evidenziano l’impatto negativo delle politiche promosse dal presidente USA Trump sulla salute globale. Le decisioni del governo statunitense – dalla chiusura dei programmi di aiuti, al ritiro dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’accordo di Parigi sul clima, fino ai tagli finanziari destinati al welfare e alla ricerca scientifica – stanno già compromettendo la capacità degli USA di sostenere l’innovazione medica e la prevenzione delle malattie. Queste misure, inoltre, si stanno traducendo in una vera e propria deriva autoritaria: centinaia di ricercatori vengono licenziati e, in ambito accademico, viene imposta una censura asfissiante. Infatti, alcuni termini fondamentali per una corretta analisi dei dati e per una comunicazione trasparente – come “advocacy”, “pregiudizio”, “genere”, “LGBT”, “diversità”, “inclusione”, “marginalizzato” e “svantaggiato” – sono ora vietati nei documenti ufficiali dei centri di ricerca che beneficiano di finanziamenti federali.

Questa restrizione terminologica non è un mero capriccio burocratico: come si può condurre una ricerca scientifica valida se si è costretti a omettere concetti fondamentali per analizzare fenomeni complessi? La realtà è che, limitando la possibilità di esprimere in modo completo ed accurato le proprie osservazioni, si mina il rigore metodologico e, di riflesso, la capacità di identificare e intervenire sui rischi, per esempio, nel caso dell’analisi dei pregiudizi che possono emergere in studi su popolazioni diversificate, come quella femminile, che rappresenta la metà della popolazione globale.

La risposta di The Lancet è un appello urgente al mondo scientifico: è necessario far sentire la propria voce contro politiche che mettono a repentaglio la diffusione delle conoscenze mediche e i piani di prevenzione e intervento, soprattutto a tutela delle categorie più vulnerabili, negli USA e nel resto del mondo. Anche il nostro giornale si unisce a questo coro di denuncia, convinto che la libertà di ricerca e il diritto universale alla salute siano pilastri imprescindibili per il progresso sociale e scientifico. È fondamentale che la comunità internazionale si mobiliti, affinché la scienza possa continuare a illuminare il cammino verso un futuro più equo e sostenibile, libero da restrizioni ideologiche che limitano il libero scambio di idee e conoscenze.

 

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