L’ editoriale del Direttore Daniela Piesco
Da oltre tre anni, l’Ucraina è il teatro di un conflitto che ha superato i confini del semplice scontro militare. Quello che viene venduto come uno scontro epico tra il bene e il male nasconde, in realtà, un groviglio di interessi economici, strategie di potere e calcoli geopolitici che poco hanno a che fare con la libertà o la sicurezza dei cittadini europei.
Mentre i telegiornali continuano a dipingere Putin come il nuovo Hitler e l’Ucraina come un martire da salvare, pochi si chiedono chi stia davvero beneficiando di questa guerra.
Rearm Europe: 800 miliardi di euro per chi?
Il 10 marzo 2025, Ursula von der Leyen ha svelato il piano “Rearm Europe”, un pacchetto da 800 miliardi di euro per militarizzare il continente. La giustificazione? “Proteggerci dalla minaccia russa”. Ma i numeri raccontano un’altra storia.
La Nato spende 1.340 miliardi di dollari l’anno in difesa, contro gli 86 miliardi della Russia. Mosca possiede 5.889 testate nucleari, rendendo un’invasione dell’Europa occidentale un suicidio strategico. Allora perché questa corsa al riarmo?
In primo luogo, c’è l’industria bellica che ride. Rheinmetall, in Germania, ha fatturato 7,2 miliardi nel 2023 e si prepara a spedire 200.000 proiettili a Kiev. In Francia, Nexter ha triplicato la produzione di obici. In Italia, Leonardo ha visto un aumento del 12% nel fatturato. Ogni missile sparato è un profitto garantito.
Poi c’è l’Ucraina, una miniera da saccheggiare. Dispone di 1.100 miliardi di metri cubi di gas, il secondo giacimento d’Europa, e di 41 milioni di ettari di terra nera, il 25% del totale mondiale, oltre a litio e uranio fondamentali per la transizione verde. BlackRock e TotalEnergies hanno già messo le mani avanti con miliardi di investimenti. Una pace prematura rischierebbe di bloccare l’affare.
Infine, c’è l’Europa che sogna di essere una potenza. Macron e von der Leyen vedono nella guerra l’occasione per creare un esercito europeo, spostare i fondi di coesione – 392 miliardi – verso la difesa e ridurre la dipendenza dagli USA, anche se intanto compriamo il loro GNL al 30% in più. Senza un nemico, l’UE torna a litigare su migranti e debiti. Con Putin come spauracchio, Bruxelles può giustificare ogni spesa.
Il Kit di sopravvivenza UE: tra cinismo e commedia
E mentre i cittadini europei soffrono per bollette alle stelle e tagli ai servizi, la Commissione Europea lancia il suo “Kit di Sopravvivenza”. Un pacchetto di istruzioni su come affrontare “emergenze geopolitiche”.
Cosa contiene? Una torcia a dinamo, per quando manca la corrente a causa delle sanzioni. Un fischietto, per chiamare aiuto se la Russia invade – ma solo dopo che abbiamo speso 800 miliardi. E una coperta termica, per riscaldarci senza gas russo.Una trovata così grottesca che sembra una parodia di The Office. Mentre l’élite europea pianifica guerre per procura e contratti miliardari, a noi regalano fischietti e copertine.
La Pace non conviene (a loro)
La verità è semplice: la guerra in Ucraina è un affare. Per l’industria bellica. Per le lobby energetiche. Per i politici in cerca di legittimità.Ma per gli ucraini che muoiono e per gli europei che pagano il conto, è solo una tragedia.La prossima volta che sentite un leader parlare di “difendere la democrazia”, chiedetevi: chi ci guadagna davvero?
E magari, invece del kit di sopravvivenza, chiediamo un kit di verità.
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