Milano, 31 mar. (Adnkronos) – Un drone russo o un drone che ha usato frequenze russe? E’ questa una delle domande a cui la Procura di Milano cerca di dare risposta dopo la denuncia arrivata dal Centro comune di ricerca europeo, che ha rilevato la presenza mediante in sistema di rilevazione autonomo di un drone che ha sorvolato l’area di Ispra, sul Lago Maggiore. Si tratta, da quanto si apprende da fonti che indagano sul caso di “cinque-sei passaggi in un tempo ristretto”, da intendersi come l’ultima settimana.
La denuncia presentata ai carabinieri di Varese è stata riferita alla Procura di Milano, competente sull’antiterrorismo, che ha aperto un fascicolo per spionaggio politico o militare – articolo 257 del codice penale – aggravato dalla finalità del terrorismo in riferimento a condotte che, “per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese”. Un reato punito con condanne fino all’ergastolo. I passaggi sono stati rilevati dalla sofistica attrezzatura che protegge l’area – no fly zone – che ospita il Joint research centre dell’Ue, il centro che si occupa anche ricerche che vanno dallo spazio al nucleare.
Il drone non è stato catturato ma è si tratterebbe di un velivolo di fabbricazione russa, che viene spesso equipaggiato con telecamere e strumenti capaci di rilevare obiettivi sensibili anche in presenza di scarsa luminosità. I radar e le apparecchiature di questi droni sono capaci di effettuare anche mappature 3D. I droni usano particolari frequenze radio che permettano comunicazioni digitali ad alta velocità, frequenze che possono essere modificate o schermate. Se la frequenza radio intercettata dagli strumenti di rilevamento è “associabile a una fonte russa”, non si esclude – tra le diverse ipotesi investigative – c’è che a manovrare il velivolo possano essere stati “uno o più italiani con posizione filorusse”.

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