Il Sannio sta morendo, e lo sta facendo in silenzio, schiacciato da numeri impietosi e da una politica miope che non riesce a invertire la rotta. La provincia di Benevento, un tempo cuore pulsante di tradizioni e comunità viva, oggi assiste impotente al proprio declino demografico. Secondo i dati ISTAT aggiornati al 1° gennaio 2025, la popolazione residente è scesa a 259.648 persone, registrando un crollo di circa 1.800 unità in un solo anno. Un’emorragia lenta ma inesorabile, con un tasso di variazione negativo del 6,8 per mille: ogni mille abitanti, sette hanno lasciato il territorio.

Le ragioni sono molte e intrecciate, ma tutte conducono a una drammatica verità: il Sannio non è più terra per giovani né per famiglie. Il tasso di natalità è ai minimi storici: nel 2024 sono nati solo 1.600 bambini, un calo del 3,1% rispetto all’anno precedente. Le madri partoriscono sempre più tardi, con un’età media di 33,1 anni, la più alta della Campania insieme alla provincia di Avellino. E mentre i neonati diminuiscono, gli anziani aumentano. L’età media della popolazione è salita a 47,1 anni, un dato che riflette un territorio invecchiato, incapace di rinnovarsi e rinascere.

Ma il colpo più duro arriva dal saldo naturale, tragicamente negativo. I decessi nel 2024 sono stati 3.300, con un tasso di mortalità di 12,8 per mille, ben oltre il già basso tasso di natalità. Il risultato è uno squilibrio che sa di condanna: il Sannio continua a perdere abitanti, senza alcuna prospettiva di recupero. E mentre la popolazione invecchia e muore, i giovani se ne vanno. Negli ultimi dieci anni, oltre 11.000 ragazzi tra i 15 e i 34 anni hanno abbandonato la provincia, una perdita del 16,8%. A costringerli alla fuga è la cronica mancanza di lavoro, di opportunità, di futuro.

Le responsabilità sono politiche e istituzionali, e nessuno può chiamarsi fuori. Per anni si è scelto di non investire nelle infrastrutture, condannando il territorio all’isolamento. I progetti per lo sviluppo economico si sono persi tra burocrazia e inefficienza, mentre le risorse culturali e naturali restano in gran parte inespresse. Anche i servizi essenziali, dalla sanità alla scuola, si sono impoveriti, spingendo le famiglie a cercare altrove stabilità e sicurezza.

Serve un piano straordinario, immediato e concreto. Il rilancio passa attraverso incentivi alla natalità, bonus e agevolazioni per le giovani coppie, ma anche attraverso una vera politica del lavoro che renda il territorio appetibile per le imprese. Occorrono infrastrutture moderne e servizi di qualità per ridare dignità al vivere quotidiano. E bisogna puntare sul turismo sostenibile, valorizzando il patrimonio storico e naturale per creare occupazione.

Il Sannio non può più aspettare. Se non si agisce ora, il rischio è di assistere al suo lento ma inesorabile svuotamento, fino a diventare una terra di fantasmi. La comunità merita di più di una politica fatta di proclami e promesse: servono scelte coraggiose e visione strategica, per restituire al Sannio la speranza di un futuro possibile.

 

pH creata con IA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.