Diventa sempre più difficile fare un quadro della situazione che stiamo vivendo attualmente.
Stiamo assistendo a ciò che si può definire caos, una matassa sempre più difficile da sbrogliare, una follia collettiva dove ognuno crea un microcosmo personale fatto di realtà fittizie totalmente dissociate da ciò che è la vita reale al di fuori di esso.
Percezioni distorte dalla martellante propaganda che ormai smentisce se stessa nell’arco di poche ore facendo di tutto il contrario di tutto e creando così solo confusione.
Il paesaggio internazionale cambia alla velocità della luce e si fa veramente fatica a mantenere una razionalità quando l’irrazionale diventa pane quotidiano.
Sembra il gioco delle tre carte, quando credi di aver capito, ecco che arriva la dimostrazione che non hai capito niente.
Ormai si è perso il senso di cosa siamo, delle nostre funzioni in quanto esseri viventi appartenenti al mondo animale, l’istinto primordiale si è ridotto a una sempre crescente aggressività e a una preoccupante diminuzione dell’empatia, qualità che dovrebbe invece appartenerci in quanto razza predominante del mondo animale.
Da che mondo è mondo gli uomini sono sempre stati in guerra tra loro ma, con la seconda guerra mondiale, si pensava che non si potesse mai più superare il livello di crudeltà raggiunto……. Pensiero sbagliato.
La crudeltà dell’uomo è riuscita a superare se stessa.
Nel terzo millennio, visto dalle generazioni del dopoguerra come la realizzazione del sogno di una pace globale, siamo invece punto e a capo, quindi lontanissimi dal raggiungimento della pace.
Ed ora il caos.
Guerre, riguardo alle quali non sono ancora chiare le motivazioni per cui vengono fatte, dove la cosa certa è lo sterminio di una intera popolazione e un continuo puntare il dito tra presidenti mentre la loro gente muore o vive l’estrema disperazione, chiaro sintomo di una sindrome di onnipotenza, pietra tombale di empatia e pietà.
Un impero che sta implodendo soffocato dalla sete di potere che lo ha portato all’illusione di dominare il mondo intero e sta annaspando per salvarsi dalle sabbie mobili che lui stesso ha creato.
Funzionerà ancora la sua strategia di risalita economica basata più che altro sull’industria bellica?
Da una parte si fa paladino di una pace circoscritta che comunque stenta ad arrivare, mentre dall’altra sostiene una guerra che cerca costantemente una espansione. All’improvviso i suoi amici ed alleati storici, che ancora oggi stavano pagando il loro intervento in una guerra terminata nel secolo scorso, sono diventati avversari malati di parassitismo e quindi, meritevoli di sanzioni.
La cosa certa è che se voleva creare caos c’è riuscito.
Capi di stato coalizzati,
sordi alle esigenze delle loro popolazioni che iniziano ad essere stremate dai sacrifici richiesti per sostenere una guerra non loro e persa in partenza e che, ora, per coprire il loro fallimento chiedono ulteriori sacrifici per organizzare una difesa in caso di attacchi che non sono nemmeno stati lontanamente annunciati da una parvenza di minaccia e pur avendo fior di arsenali dormienti.
Media che chiedono donazioni per salvare bambini dalla fame mentre chiudono gli occhi su quelli sterminati dalla guerra, che trasmettono ogni giorno le favole del benessere mentre ci sono persone che stentano ad avere il necessario per sopravvivere e per curarsi.
Il mondo distopico di Orwell che è sempre più realtà, dove una voce da uno schermo annuncia un aumento della produzione di scarpe a una schiera di ascoltatori praticamente scalzi.
Richieste sempre più pressanti per la produzione di energia, ma per chi?
Veramente siamo disposti a credere che per salvare il pianeta dobbiamo produrre sempre più energia ma in forma “green”?
Come si fa a non accorgersi che stiamo distruggendo la natura, unica fonte di sostentamento per uomini e animali per produrre energia che nutre le macchine? Sono le macchine al nostro servizio o siamo noi al loro?
Inquiniamo e avveleniamo l’acqua che dovremo bere perché indispensabile alla sopravvivenza e ci riteniamo esseri intelligenti?
La tecnologia, come ogni cosa creata dall’uomo e non dalla natura, dovrebbe essere usata solo per scopi necessari, cosa ce ne facciamo di un robot che sostituisce il lavoro di dieci operai quando gli stessi operai saranno senza mezzi di sostentamento, e non avranno sicuramente la possibilità di acquistare il prodotto assemblato da un robot?
A cosa serve spremere e violentare in ogni modo la natura per riempire gli scaffali della grande distribuzione dello spreco alimentare?
La soluzione saranno gli insetti? La carne sintetica? È davvero questa la soluzione più intelligente? Non basterebbe rientrare in una vita normale non gestita e imposta dal consumismo sfrenato?
A cosa serve avere il bucato che più bianco non si può, lavatrici a go go, rubinetti sempre aperti come se l’acqua fosse una risorsa illimitata e non qualcosa da usare perlomeno con intelligenza?
L’acqua è viva, l’acqua è vita, senza di essa tutto muore.
La definizione più giusta sarebbe “illogicità”,la maniacale corsa per realizzare cose che non hanno un senso o una funzione logica, la negazione dello stato catastrofico in cui si sta riducendo il pianeta e la totale mancanza di volontà anche solo per iniziare a porre un rimedio, c’è solamente una gara a chi riesce a distruggere di più ed in modo sempre più efferato.
Non so come voi chiamate tutto questo
Io lo chiamo caos.
Ph creata con AI.