Charles Darwin nel 1859 scrisse il suo testo fondamentale “l’origine delle specie” in cui si formulava la teoria in base alla quale la evoluzione e trasformazione delle specie viventi sulla terra fosse conseguenza diretta della esigenza di sopravvivenza determinata dalle caratteristiche del mondo circostante. Un esempio per tutti: le giraffe hanno sviluppato un collo così lungo per potersi nutrire anche dei germogli che crescevano sui rami più alti degli alberi, e così via.
Un secolo dopo (1953) Watson e Crick scoprono il DNA e svelano i segreti della trasmissione per via genetica dei caratteri fondamentali di un individuo, sia di quelli relativi alla specie (lunghezza del collo nel caso della giraffa) che di quelli relativi al singolo individuo (colore e disposizione delle macchie per esempio).
Per molti anni le due teorie non sembrarono compatibili l’una con l’altra. Delle due l’una: o l’ambiente ( come asseriva Darwin) determinava la trasformazione e l’evoluzione degli esseri viventi cambiando le loro caratteristiche fondamentali o (come avevano scoperto Watson e Crick) il corredo genetico fisso e invariabile si duplicava e riproduceva ogni volte simile a se stesso in modo indipendente dalla influenza dell’ambiente esterno con le uniche variabilità individuali assicurate dalla fusione dei due corredi dei due “genitori” che però non riguardavano le caratteristiche generali della specie.
La soluzione si trovò nel corso degli anni successivi quando si approfondirono le conoscenze relative alla modalità di replicazione del DNA, ai suoi complessi meccanismi e riproduzione.
Si scoprì infatti che poteva accadere sporadicamente che tra miliardi e miliardi di duplicazioni ogni tanto si verificasse un errore, un errore occasionale, del tutto
Imprevedibile. Il nome dato a questi errori fu mutazioni. Ovviamente la probabilità che si verificassero questi errori era direttamente proporzionale al numero delle replicazioni del DNA, cioè quanto
piu’ frequentemente un essere vivente si riproduceva tanto più alta era la possibilità che si verificassero errori o mutazioni che dir si voglia
Per esempio da un batterio che si riproduce velocemente si ottengono in un tempo breve miliardi e miliardi di altri batteri simili. In questo caso per quanto raro potesse essere il verificarsi di mutazioni complessivamente se ne contano un numero elevato, molto più elevato di quello di esseri multicellulari più complessi (piante od animali) che si riproducono con frequenza molto più bassa.
La stragrande maggioranza di questi errori occasionali di replicazione danno origine per conseguenza ad individui non compatibili con la loro sopravvivenza stessa o con la loro possibilità di riproduzione per cui questi organismi “diversi” si estinguono subito, scompaiono.
Succede però che, sempre sporadicamente e occasionalmente, qualcuno di questi individui geneticamente diversi (per errore occasionale) sia compatibile con la sopravvivenza o addirittura abbia caratteristiche che gli permettano di sopravvivere meglio rispetto agli altri individui della stessa specie non modificati. Tornando alla nostra giraffa: la prima giraffa che per errore genetico di replicazione del DNA (mutazione) ebbe in dotazione il collo molto più lungo sopravvisse e riuscì a nutrirsi meglio e di più delle altre, potette riprodursi e moltiplicarsi e in breve tempo fu l’unica tipologia di giraffa che sopravvisse in quanto le altre soccombettero per essere svantaggiate dal contesto naturale.
Questa in sintesi è la teoria del neo-darwinismo che riesce a stabilire un perfetto collegamento tra la teoria darwiniana della selezione applicata dalla natura circostante e la replicazione di corredi genetici sempre (o meglio quasi sempre) identici a se stessi.
Ma perché vi ho annoiato con tutta questa storia che probabilmente molti di voi già conoscono, e soprattutto cosa c’entra con la IA ?
Semplice: il vantaggio fondamentale della IA è la assoluta precisione e la mancanza assoluta di errori “umani” occasionali.
Ma noi abbiamo appena visto come sia proprio la presenza di errori occasionali a dare un contributo fondamentale alla sopravvivenza delle specie su questa terra. Quanto vale l’errore e quanto vale la sicurezza assoluta e costante della IA?
L’uomo per sua comodità ha diviso la conoscenza in tanti diversi campi, ma se ne approfondisci molto uno arrivi ai confini di un’altro settore: la battaglia tra IA ed errore sembra un argomento molto scientifico ma, guardando bene, non è un po’ anche un importante tema filosofico?
pH creata con IA