di Letizia Ceroni 

Terreno da sempre scivoloso e con non pochi ostacoli, primi fra tutti la morale, sia politica che religiosa e un molto ambiguo comune senso del pudore.
Quindi, ora l’attività di prostituzione è soggetta a imposizione fiscale e andrebbe bene se fosse riconosciuta come lavoro.
Siccome non si ritiene possibile la consapevole scelta di utilizzare il proprio corpo liberamente per lavorare e guadagnare attraverso il sesso e, di conseguenza, sia legata inevitabilmente allo sfruttamento da parte di terzi, pur essendo legale non viene riconosciuta come lavoro.
Ora, sorge la domanda, come si fa a mettere un codice Ateco su un lavoro che non è riconosciuto come tale? Forse sdoganandolo?

Nel diritto, l’adescamento è il reato commesso da chi, in luogo pubblico, con atti o parole, offre prestazioni sessuali a pagamento e non, ma la prostituzione praticata in strada o a casa propria è legale, se non fosse per il fatto che per trovare il cliente, bisogna fare un’offerta, quindi, diventa automaticamente adescamento?
La prostituzione, diventa illegale quando si tratta di sfruttamento o favoreggiamento ma quante prostitute riescono a sfuggire alle grinfie di un protettore, specie se scelgono di farlo per conto loro, spesso a casa c’è quello che ci campa.
Sappiamo tutti che la maggior parte delle donne che praticano la prestazione sulla strada non lo fanno liberamente, inoltre, molte sono minorenni, non italiane e gestite dalla criminalità organizzata e, il non essere consapevoli di questo è pura ipocrisia.
Ma queste appartengono ad una categoria di “invisibili”, esposte, purtroppo a molti rischi riguardanti la contrazione di malattie e incontri con clienti violenti e depravati, sono solo merce che ingrassa le tasche degli sfruttatori e qui c’è il paradosso : l’omessa dichiarazione dei redditi derivanti dall’attività di sfruttamento dell’altrui prostituzione, in quanto ogni provento, anche illecito, costituisce reddito tassabile, la cui mancata indicazione nella dichiarazione annuale costituisce reato. Quindi non viene punito lo sfruttamento in quanto tale, ma l’omessa dichiarazione del reddito, comunque, le spese sostenute dallo sfruttatore per il pagamento del compenso alle prostitute, essendo illecito, non è detraibile.

Torniamo al codice.

È il codice 96.99.92 relativo ai “Servizi di incontro ed eventi simili”, che ricomprende: «attività connesse alla vita sociale, ad esempio attività di accompagnatori e di accompagnatrici (escort), di agenzie di incontro e agenzie matrimoniali; fornitura o organizzazione di servizi sessuali, organizzazione di eventi di prostituzione o gestione di locali di prostituzione; organizzazione di incontri e altre attività di speed networking.
La lista è chiara.
Fornitura o organizzazione di servizi sessuali, organizzazione di eventi di prostituzione o gestione di locali di prostituzione.
Non mi si venga a tirare fuori la moralità, qui si tratta di questioni pratiche che fanno sorgere alcune domande.
Fornitura o organizzazione di servizi sessuali, come se si stesse parlando del menù di uno chef, senza naturalmente porsi la domanda sulla totale disponibilità di chi deve “donare” la materia prima
Organizzazione di eventi di prostituzione, come se fosse una sagra di paese, o gestione di locali di prostituzione che fanno tanto venire in mente le storiche “case chiuse”
Speed networking….. E qui non voglio fare paragoni con termini popolari.
Ora, non sembra un concerto eseguito con strumenti scordati?
Con una legislazione abbastanza confusa e controversa, sicuramente le linee di demarcazione tra ciò che è legale e ciò che non lo è non sono sicuramente marcate ma molto sottili e ritoccabili con sapienti giri di parole studiate non per chiarire ma per creare una dissolvenza, personalmente ho questa impressione.

I termini usati per stilare la lista, danno l’impressione che vengano nominati normalissimi ed esclusivi eventi mondani per l’alta società, i quali, dotati di un codice Ateco vengono di fatto inclusi nella cerchia degli eventi inattaccabili perfino dalla moralità perché perfettamente legali, un paravento che mette al sicuro personaggi altolocati da eventuali scandali e le agenzie interessate da scomodi controlli, basta che paghino le tasse…. Sempre che poi le paghino.

Però, al di là di considerazioni, supposizioni, scelte di vita o costrizioni, che siano come “Bocca di Rosa” o come personaggi di Rachel Moran, troppo spesso si dimentica che sono esseri umani che devono usare il loro corpo per fare un lavoro, ma forse quello che fa la differenza, non è tanto la motivazione quanto l’ambiente e lo stato sociale del cliente pagante.

Ph realizzata con IA Gemini

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