Di Daniele Piro 

 

Alzi la mano chi ieri sera vedendo la partita del Benevento non abbia provato tutte le emozioni positive e negative che questo sport può inculcare in un tifoso qualunque. Gioia, incredulità, soddisfazione ma anche rabbia, nervosismo e rimpianti per ciò che poteva essere e non è stato, un po’ come il “Gelato a cioccolato” cantato da Pupo negli anni 80 fatto con ingredienti sbagliati.
Ieri sera a Cerignola si è rivisto il Benevento dell’ultimo quadrimestre del 2024; squadra veloce, rapida, cinica, brava a ripartire e “cazzimmosa” al punto giusto. Tutti ingredienti lasciati nel cassetto con l’inizio del nuovo anno. Passatemi la battuta per strapparvi un sorriso: nelle scorse settimane abbiamo più volte sentito qualcuno della Società parlare di “scintilla” da riaccendere per ripartire di slancio; la scorsa settimana avevo fatto un post gridando scherzosamente al miracolo perché la squadra aveva battuto l’Apice in amichevole per 2-0. Ma vuoi vedere che quella partita è stata la scintilla? Scherzi a parte, se analizziamo quanto accaduto in questo primo quadrimestre dell’anno e se faccio un riassunto di quanto è stato esternato nei social in questo periodo, ma anche di quello letto dopo le 21.30 di ieri sera, allora mi rendo conto che questa squadra ci ha veramente svuotato dentro, privandoci di ogni emozione. Molti non hanno gioito per il ritorno alla vittoria di ieri; qualcuno ha continuato a postare frasi di rabbia vedendo una prestazione cosi perfetta, chiedendosi perché proprio ieri sera si è deciso di tornare a giocare a calcio. C’è stato chi non si è nemmeno stupito più di tanto avendo previsto la sconfitta ad Avellino e la partita della vita a Cerignola, ordendo complotti su presunti favori fatti ai cugini lupacchiotti concordati a tavolino; una strategia (sempre per qualcuno) di accordi , patti di amicizia fra Vigorito e D’Agostino per far risalire i lupi in B. Lupi che di fatto, dopo i risultati di ieri, sono ormai in cadetteria. E per finire c’è chi ai sentimenti di rabbia ha preferito quelli di indifferenza, come se la partita di ieri fosse solo un atto di firma su un campionato che si spera finisca al più presto. Quello che voglio dire in parole povere è che se molti tifosi non sono capaci di gioire nemmeno per una roboante vittoria in casa della vicecapolista, significa che tutti quei buoni propositi di inizio anno fatti di belle parole (INSIEME, miglioriamo il piazzamento dello scorso campionato, stiamo andando bene ) sono andati a farsi benedire e gli artefici di questo scoramento e di questa delusione sono purtroppo quelli che con la maglia giallorossa scendono in campo. Arrivare a far rendere una parte della tifoseria, apatica, scollata dalla squadra, indifferente dovrebbe essere quantomeno indice di profonda riflessione sia da parte di coloro che operano in Società dietro le scrivanie ai vari livelli, sia di chi poi va in campo la Domenica. Far disaffezionare un tifoso di calcio è il punto più basso che si possa raggiungere da chi invece quel tifoso dovrebbe conquistarlo, coccolarlo, fidelizzarlo e spingerlo a seguire la squadra sempre. Lo striscione “il silenzio vale più di mille parole” esposto ieri verso la fine della partita è eloquente. Ognuno può avere la sua idea, può ritenerlo giusto o sbagliato ma nessuno è il giudice di nessuno; di sicuro non è uno striscione fatto al momento sugli spalti; è stato preparato nei giorni precedenti ed è il riassunto del periodo buio, la chiosa di 98 giorni sportivamente da cancellare per nostri colori. A fare da contrappeso, e direi anche meno male, c’è la parte bella e positiva della tifoseria; quella che ieri ha comunque gioito per la vittoria, che si è subito gasata con la speranza di aver messo il periodo buio alle spalle, che nutre buone speranze in vista della lotteria play off. Molti hanno visto la vittoria di ieri come una liberazione, un ritrovato entusiasmo, un motivo per non abbandonare la barca, convinti che la stessa possa non affondare ma arrivare attraverso numerose peripezie, nel porto che tutti auspichiamo. Forse basta davvero poco per ritrovare sorrisi, gioie ed entusiasmo, ma quel poco o tanto deve provenire dagli attori diretti interessati che non possono più limitarsi a fare il compitino. Basterà giocare come si è giocato ieri sera. 20 tiri in porta non si erano visti in 3 mesi, la corsa e la rapidità erano finiti nel dimenticatoio, dei fraseggi in attacco fra Lanini e Manconi si erano perse le tracce, di Acampora metronomo e dei vari Simonetti, Berra, Pinato ritrovati non si avevano più notizie, con la conseguenza di riuscire addirittura a fare 4 gol in 90 minuti. Si spera che il tutto non sia stata una fugace visione, un fuoco di paglia o una prestazione estemporanea. Se si vuole provare a ripartire bisogna dare continuità e compattezza di squadra a partire già da sabato prossimo. Sarebbe un buon regalo pasquale della squadra alla tifoseria ed un buon viatico per autostima e convinzione in vista del mini campionato che andremo a fare. Lo scetticismo e la delusione di parte della tifoseria non si cancellano con una vittoria; la troppa esaltazione o la troppa euforia anche. Adesso occorrono i fatti per ricucire uno strappo evidente e per far tornare a sognare quanti oggi sono ancora dubbiosi, titubanti, apatici e diffidenti, non certo per colpe proprie.
Benevento calcistica non si è mai tirata indietro e se ci saranno le giuste condizioni dimostrerà ancora una volta di saper sostenere, incitare, tifare e mettere da parte ogni remora, pur di aiutare la nave a veleggiare nella giusta direzione.

Scugnizzo69

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.