Crescita di occupati e miseria
L’ editoriale del Direttore dell’ Eco di Milano e Provincia Roberto Fronzuti
I nostri governanti sbandierano ai quattro venti la valutazione positiva di un’agenzia di rating, ma i politici nostrani, noti venditori di fumo, dimenticano che questi risultati li hanno raggiunti affamando la popolazione.
Da due anni la produzione industriale in Italia è calata del 3,5%. Questo è un dato in forte contraddizione con l’aumento dell’occupazione; si produce meno con più lavoratori?
Ci sarebbe da ridere se non si trattasse di un argomento serio. Non bisogna essere degli economisti per tirare le conclusioni; è un’operazione da due più due, che anche i cittadini che non hanno familiarità con i conti possono comprendere.
L’Italia nel 1960 ebbe il riconoscimento di moneta più stabile dell’anno rispetto all’intero Pianeta; ma si trattava di un’Italia povera, che aveva conosciuto il cosiddetto “boom economico”, grazie ai bassi salari. È un po’ quello che sta succedendo in questo momento nel nostro Paese. Il riconoscimento che l’Italia ha avuto dall’agenzia di rating americana è figlia della nostra miseria, altro che storie.
L’Istat denuncia uno stato di povertà assoluta in Italia dell’8,5% per quanto riguarda le famiglie, che cresce al 9,8% quando si tratta di singole persone.
La verità è che in Italia aumenta l’occupazione perché il lavoro è diventato una “cosa povera” e gli stipendi sono da fame. Le imprese italiane possono permettersi più lavoratori di un’azienda tedesca, perchè in Germania gli operai guadagnano il 40% in più di uno italiano. Ma anche volendo allargare l’indagine a tutti i Paesi dell’Ue, il divario salariale dell’Italia è pari al 15%. Tra i grandi Paesi europei, l’Italia è quello con gli stipendi reali più bassi. I dati dell’ultima indagine Eurostat lasciano poco spazio alle interpretazioni: gli stipendi italiani sono i più bassi dei Paesi dell’Unione europea.
I nostri governanti, Giorgetti in prima persona, dovrebbero studiare Gaetano Salvemini, per apprendere come si amministra uno Stato da un punto di vista sociale. Il benessere dei cittadini anzitutto; il governo venda immobili e terreni di sua proprietà, non necessari alle sue attività, e faccia vivere dignitosamente il popolo.
E che dire della sanità? Il tutto sta andando verso la deriva, mentre le persone rinunciano a curarsi.
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