La morte di un Papa non è mai un evento ordinario. Segna la fine di un’epoca, ma anche l’inizio di un complesso e solenne percorso, fatto di riti millenari, simboli densi di significato e decisioni cruciali per il futuro della Chiesa. Se oggi il mondo piange Papa Francesco, scomparso nella mattina del 21 aprile a Casa Santa Marta, si apre contestualmente una delle fasi più delicate e affascinanti della vita della Chiesa cattolica: quella della sede vacante e della preparazione del Conclave per l’elezione del successore.
L’accertamento della morte: tra ritualità e diritto canonico
Il primo atto ufficiale dopo la morte del Pontefice è la sua constatazione. Tradizionalmente, il compito spetta al Camerlengo, oggi il cardinale Kevin Joseph Farrell, che lo fa alla presenza del maestro delle celebrazioni liturgiche e del segretario della Camera Apostolica. Un tempo il rito prevedeva che il Camerlengo chiamasse per tre volte il Papa con il nome di battesimo, battendogli leggermente la fronte con un martelletto d’argento e pronunciando la frase in latino “Vere Papa mortuus est” (“Il Papa è veramente morto”). Sebbene questo gesto non sia più prassi, la formula continua a essere riportata nel certificato di morte ufficiale redatto dalla Cancelleria Apostolica, atto che segna formalmente l’inizio della sede vacante.
Il sigillo del silenzio: camere chiuse e il suono delle campane
Una volta accertato il decesso, la stanza privata e lo studio del Pontefice vengono sigillati. Il Camerlengo avvisa il Vicario di Roma, che diffonde ufficialmente la notizia al mondo. Nel frattempo, le campane della Basilica di San Pietro suonano a martello, e il grande portone di bronzo si chiude a metà: un gesto simbolico che indica l’assenza del Vescovo di Roma. La Chiesa entra così in un tempo sospeso, regolato dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata da Giovanni Paolo II nel 1996.
Il popolo in pellegrinaggio: corpo, liturgia e venerazione
Tradizionalmente, il corpo del Papa veniva traslato nella Cappella Sistina o in un’altra sede idonea, dove avvenivano la vestizione liturgica e l’imbalsamazione. Successivamente, la salma veniva esposta ai fedeli su un catafalco, vestita con i paramenti pontificali: la casula rossa, la mitria bianca, il pallio. I fedeli potevano così rendere omaggio, mentre i cardinali officiavano i Novendiali, nove giorni di messe in suffragio. In questo periodo veniva anche spezzato o graffiato l’Anello del Pescatore, simbolo dell’autorità papale.
Il funerale del Pontefice: tra solennità e partecipazione globale
Il funerale papale, denominato Missa poenitentialis, è celebrato in San Pietro e prevede la partecipazione di capi di Stato e delegazioni di tutto il mondo. La salma viene deposta in una triplice bara: una interna in cipresso, una seconda in piombo, e una esterna in noce. Il volto del Papa viene coperto da un drappo di seta prima della chiusura. La sepoltura avviene nelle Grotte Vaticane, sotto la Basilica di San Pietro, ma ogni Pontefice può indicare in vita una destinazione diversa. Francesco, ad esempio, aveva espresso il desiderio di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, luogo a lui particolarmente caro.
La “rivoluzione semplice” di Papa Francesco
Nel 2024, Papa Francesco ha aggiornato l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, semplificando profondamente il rito delle esequie. Tra le principali novità, la salma non sarà più esposta su un catafalco, ma in una semplice bara di legno aperta, “con dignità, ma come ogni cristiano”. Viene inoltre abolita la cerimonia pubblica della chiusura della bara, e ridotte a una sola le veglie di preghiera. Questo cambiamento riflette lo stile sobrio e pastorale di Francesco, che ha voluto che la morte del Pontefice fosse vissuta come un momento di fede autentica e non come un evento mondano o spettacolare.
Verso il Conclave: l’elezione del successore
Terminati i funerali, il Collegio dei Cardinali si prepara all’elezione del nuovo Papa. Secondo la Universi Dominici Gregis, l’inizio del Conclave deve avvenire non prima di 15 giorni dalla morte del Pontefice, ma non oltre i 20. È previsto che l’assemblea elettiva possa cominciare prima se tutti i cardinali elettori sono già presenti a Roma. Le votazioni avverranno nella Cappella Sistina, in segreto, e richiederanno la maggioranza qualificata. Il nuovo Papa sarà colui che raccoglierà i due terzi dei voti, assumendo il ruolo di Vicario di Cristo e successore di Pietro.
Tra fede e simboli: il francobollo della Sede Vacante
Una curiosità meno nota riguarda il mondo filatelico: le Poste Vaticane emettono, in occasione della morte di un Papa, un francobollo speciale raffigurante lo stemma della Santa Sede con le due chiavi decussate di San Pietro – una d’oro e una d’argento – simbolo del potere spirituale e ultraterreno conferito al Pontefice. Tali francobolli hanno validità limitata alla durata della sede vacante e sono oggi oggetti da collezione di grande valore storico.
Conclusione: un passaggio di testimone nella storia della Chiesa
Ogni volta che muore un Papa, la Chiesa si ritrova sospesa tra la fine e il nuovo inizio. Le cerimonie, i gesti simbolici, le riforme introdotte: tutto racconta di un’istituzione che, pur fondata su riti millenari, continua a dialogare con il presente. Papa Francesco ha voluto imprimere un segno anche nella morte, offrendo un’immagine di Chiesa umile, raccolta, profondamente cristiana. Ora, mentre il mondo guarda al futuro, il Collegio dei Cardinali si appresta a scegliere chi porterà il timone di Pietro nei prossimi anni, in una storia che continua da oltre duemila anni.
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