Di Cesare Mannucci 

Conosco Sergio da una vita perché mia mamma era di Milano Bicocca ai confini con Sesto San Giovanni e i miei nonni materni lavoravano alla Breda mentre l’ingegnere Umberto Fogagnolo alla Ercole Marelli laddove ai confini della Metropoli lombarda si trovavano la Falck, la Pirelli, la Breda e la Marelli appunto, ovvero il cuore della Milano industriale della prima metà del Novecento.

Quartieri dove dirigenti, impiegati ed operai vivevano gomito a gomito e dove si organizzò la Resistenza milanese alla asfissiante, violenta e crudele oppressione nazifascista.

Storie parallele quelle delle nostre famiglie toccate pesantemente dalla barbarie tedesca e “repubblichina”.

Il padre di Sergio venne trucidato nella strage di Piazzale Loreto, lo zio paterno di mia mamma Antonietta, Libero, operario meccanico alla Breda fu deportato e morì due giorni dopo la liberazione del campo di sterminio di Mauthausen da parte degli Alleati.

Le nostre strade, o meglio quelle delle nostre famiglie si sono reincontrate nel Sudmilanese negli anni Sessanta e Settanta dove mio padre Luigi fu sindaco nella San Donato Milanese (Metanopoli) all’ epoca di Enrico Mattei e a Melegnano dove il giovane Sergio Fogagnolo pose la sua base operativa nell’attività locale del Partito Socialista Italiano, il partito nel quale mio padre era dirigente nazionale dell’allora comitato centrale.

Io ho conosciuto bene Sergio anni dopo da giornalista de “Il Giorno” per il quale lo intervistavo come presidente del comitato civico che organizzava la “Festa del Perdono” a Melegnano e la celebrazione della famosissima “Battaglia dei Giganti” che si svolse nel 1515 nelle campagne del Sud Milano al termine della quale iniziò la celebre neutralità della Confederazione elvetica.

Sergio l’ho ammirato in quegli anni come uomo retto e giusto soprattutto quale Vicesindaco socialista del piccolo comune di Dresano.

E ancor di più la mia stima è cresciuta quando, terminato l’impegno politico nella pubblica amministrazione, è stato importante relatore nelle scuole medie sulla Resistenza all’epoca in cui ero Sindaco nel comune confinante di Mediglia.

Si è sempre distinto per la profonda conoscenza della storia, della competenza ma soprattutto per l’umanità mettendo a disposizione dei giovani cuori e delle giovani menti la sua tragica esperienza di figlio cresciuto senza il Papà a fianco ma con l’orgoglio del sacrificio del partigiano Umberto che da vero eroe umile ha donato la sua vita per garantire una esistenza di pace alla nostra nazione dal 1944 ai giorni nostri.

Oggi io sono consigliere comunale nella “sua” Dresano e per me è un piacere discutere con lui ogni volta di politica e di buona amministrazione del paesello di 3 mila anime.

E quindi il 25 aprile di oggi di Sergio è anche il mio.

Lo abbraccerò con affetto e con grande gratitudine domenica mattina sul piazzale del comune di Dresano quando celebreremo ufficialmente gli 80 anni della Liberazione della nostra amata Italia Repubblicana.

 

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