Di Francesca Paola Moretti 

In questi giorni i riflettori mediatici sono puntati su dei casi che hanno come protagoniste le donne. Donne che continuano a subire violenze gratuite o ancora peggio trovano la morte per mano dei propri compagni o ex partner.
Alcune vicende di cronaca monopolizzano l’attenzione, altre passano in sordina, dipende dal livello di interesse che suscitano nell’opinione pubblica, e fondamentalmente dal bombardamento ad opera dei media a cui sono soggetti i lettori e i telespettatori.

Fatto di cronaca nera
Una notizia di nera ha scosso particolarmente le corde del mio cuore, mi riferisco alla tragedia che ha colpito la giovane influencer di Biella, Soukaina El Basri, nota con il diminutivo di Siu. La donna, fortunatamente non più in pericolo di vita, è ricoverata presso l’ospedale di Novara per una profonda ferita al petto. Secondo indiscrezioni giornalistiche, Siu sarebbe stata oggetto di abusi e violenze da parte del marito, Jonathan Maldonado, ora in stato di fermo con l’accusa di tentato omicidio, secondo quanto stabilito dalla Procura di Biella.

Una notizia che tiene banco nei diversi talk show, i cui ospiti, esperti appartenenti al variegato mondo delle scienze psicologiche, criminologiche, teologiche e compagnia cantando, esprimono il proprio pensiero. Ognuno, secondo le personali conoscenze e competenze, prova a mettere in campo possibili soluzioni all’incessante martirio di donne. Purtroppo solo a livello teorico, ma se alle parole non seguono i fatti, beh, si sa il problema non si risolve, anzi, peggiora!

Un’autorevole ospite ha esposto la sua opinione sulla tragica vicenda e sul comportamento tenuto dalla giovane influencer. Le sue parole mi hanno turbato profondamente.
Donna, se non denunci il tuo aguzzino diventi una nemica delle donne
Premetto che l’interpretazione è soggettiva, dunque, posso essere in errore, aver compreso male il messaggio veicolato dall’ospite nel programma di intrattenimento che va in onda nella fascia pomeridiana. Non voglio tergiversare, quindi, arrivo al nocciolo del mio cruccio. Il talk show a cui faccio riferimento è “La volta buona”, condotto da Caterina Balivo, mentre l’ospite, la cui opinione espressa è oggetto delle mie riflessioni, è l’eminente professoressa Maria Rita Parsi, psicoterapeuta e scrittrice.

Cosa mai ha potuto dichiarare la Parsi da indurmi a scrivere un articolo?
La conduttrice le chiede di esprimere un personale commento sulla tragedia che ha colpito l’influencer biellese. E cosa risponde la dottoressa? “Questa è una vittima che sta tutelando fino in fondo il marito, il senso di colpa, ecc. Ma è anche una donna nemica delle donne perché grazie a donne così che le altre purtroppo non ce la fanno a ribellarsi ma comunque individuano dei partner come questi. Si continua a vivere in una condizione di non parità…Invito tutte le donne ad allearsi perché molte volte proprio le donne nemiche delle donne, le realtà che non accettano, il valore e l’importanza di questo cambiamento a determinare questo che vediamo. A continuare a determinarlo”.Cari lettori, alla fine dell’articolo troverete il link dei 2 minuti di puntata del programma a cui faccio riferimento.

Premesso che non ho studi in psicologia, quindi, sono solo personali riflessioni, a me ha già disturbato il pronome “Questa”, la giovane influencer ha un nome, si chiama Siu. E, poi, la locuzione “nemica delle donne” mi ha profondamente delusa e amareggiata, specialmente se espressa da un’esperta della psiche umana. Se Siu ha ritirato la denuncia e non ha più avuto la forza di presentarne altre, io non la considero una mia nemica, e nemmeno delle donne che si trovano a vivere una situazione simile alla sua, fatta di abusi e violenze sia psicologiche che fisiche. Siu è la vittima, e una vittima non va mai colpevolizzata. Lei ha fatto del suo meglio con le risorse a sua disposizione.

Invito a riflettere perché le donne hanno paura a denunciare il proprio aguzzino nonostante le numerose leggi vigenti.

Sarà che non si sentono abbastanza sostenute e protette nell’immediato?
Sarà che una volta sporta denuncia, si rendono conto che hanno firmato la propria condanna a morte?
Sarà che come vittime dovranno lasciare la propria casa per trasferirsi con prole a seguito in una struttura protetta e vivere da recluse mentre nella maggior parte dei casi l’abusante rimane a piede libero e continua a fare i cavoli suoi? E con i “sarà” si continua all’infinito perché concretamente, diciamocelo pure, le donne vittime di violenza, ad oggi, non sono sufficientemente tutelate.

Cavalcando l’onda dell’incapacità di intendere e di volere
Inoltre è stomachevole sentire ripetere che i maltrattanti, gli stalker, chiamateli come volete, sono folli, che agiscono in preda a un raptus, termine giornalistico ma non psichiatrico, tutt’al più possono essere in pieno delirio. Nella maggior parte dei casi si tratta di narcisisti malevoli, con piena capacità di intendere e di volere, dal momento che pianificano per tempo le loro azioni criminose.

A mio modesto parere ci troviamo dinanzi a menti criminali non in grado di gestire l’abbandono da parte della propria partner, incapaci di accettare la fine della relazione. Ovvio, l’avvocato per il proprio assistito chiede una perizia psichiatrica, cavalcando l’onda dell’incapacità di intendere e di volere, giusto per evitargli l’ergastolo o una pena detentiva lunga nelle patrie galere. Che a mio avviso non guasterebbe, magari buttando via la chiave, bypassando pure il processo, risparmiando così bel po’ di soldi pubblici. Di fatto, però, tutti hanno diritto a una giusta difesa, mentre ai familiari e alla vittima, se ha la fortuna di non venire uccisa, rimane l’amaro in bocca, per una giustizia a metà, e una quotidianità tutta da ripensare.

Sitografia:
https://www.raiplay.it/video/2024/05/Siu-linfluencer-colpita-al-petto-e-in-fin-di-vita—La-Volta-Buona-23052024–32207854-a0a2-43cc-b514-a64c31190f92.html

 

 

 

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