Cronaca

Fair Play Menarini, inizia la festa della 28esima edizione del Premio
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IL SANNIO ANCORA IN PRIMA LINEA NELLA RICERCA GRAZIE ALLA  COOPERAZIONE “FATEBENEFRATELLI – UNISANNIO
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Forza Italia Sannio: l’ex Sindaco di Durazzano, Sandro Crisci nominato vice segretario provinciale
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GESESA.  I LAVORI DI RIPARAZIONE SONO TERMINATI, IL RIEMPIMENTO DELLA CONDOTTA DEL BIFERNO È STATO COMPLETATO E LA REGOLARE EROGAZIONE IDRICA È IN FASE DI RIPRISTINO.
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Politica

Governo in difficoltà sull’approvazione di alcune riforme
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Quali saranno le conseguenze e le prospettive future del voto europeo?
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La corsa alle donazioni: spese astronomiche per la presidenza Usa
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L’ora delle decisioni… revocabili
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Cultura

La debolezza italiana nella tempesta perfetta
La debolezza italiana nella tempesta perfetta

di Beppe Facchetti

L’Occidente intero è nel vivo di una tempesta perfetta, ed è giusto chiedersi cosa accadrà già nell’immeditato all’Italia, piccola scialuppa in mezzo ai marosi, sovranista del nulla.

Il mondo un tempo chiamato libero, stava male di salute già da un po’, ma ora è davvero entrato nel cuore dell’uragano. In pochi giorni, il capo della più grande democrazia mondiale ha dato segni di palese difficoltà personale e un Paese chiave dell’Europa come la Francia ha messo in crisi i fondamenti della Repubblique. La prima economia continentale boccheggia. Un’altra antica democrazia come il Regno Unito non ha il coraggio di ammettere l’errore di aver lasciato l’Unione Europea.

Sembra l’avverarsi della profezia di Vladimir Putin che pochi anni fa, sottovalutato, aveva descritto quello che noi definiamo libertà, mercato, confronto, scelta elettorale democratica, stato di diritto come resa, liberà eccessiva dei costumi, sfrenatezza capitalistica. Mancava solo di evocare la polizia morale, ma a quello già provvedono amici e alleati, che dall’Iran alla Corea del Nord, dalla Cina all’Africa vedono solo vantaggi nella crisi occidentale. L’esito delle elezioni altrui, in questi luoghi che non votano, equivale a grandi vittorie senza bisogno di urne.

Fa paura anche a tutti noi lo sbandamento che sembra mettere in dubbio l’importanza delle grandi conquiste liberali che, in quanto tali, sono effettivamente sempre a rischio: i diritti civili, la possibilità di scegliere anche di sbagliare, il welfare. Cose che peraltro attirano il desiderio di milioni di persone, disposte a morire pur di raggiungerle e a scendere in piazza come in Georgia per respingere il modello russo.

L’Italia, in questo quadro generale, avrebbe qualche piccolo vantaggio: innanzitutto ha fatto in tempo a capire la fallace avventura del populismo, che l’ha colpito tra i primi Paesi. Cominciando ovviamente dai più deboli – Grecia e Spagna compagni di sventura, Gran Bretagna ancora nostalgica del passato – ma ora se ne sta liberando, anche se il virus – mutandosi in nazionalismo e destra estrema – prosegue sotto altre forme e ha toccato nel frattempo Francia e Germania, alcuni dell’Est nonché persino l’Olanda del rigore e naturalmente gli Stati Uniti.

E’ anche un vantaggio avere da noi un governo con una maggioranza e un’opposizione eterogenee e contraddittorie (filo Ucraina e anti Nato a braccetto) ma consolidate da risultati elettorali almeno più chiari.

Ma quando scattano le tempeste perfette e dunque il “si salvi chi può”, bisogna avere le cose a posto, perchè nessuno ti fa più sconti. Non c’è da fidarsi dei nuovi amici, soprattutto se sei un pò di qua e un po’ di là, e rischi di perdere i vecchi e i nuovi. Se poi nella prima fase di una complicata trattativa europea, puoi solo scommettere sul caos. Non conviene, perché l’Italia ha bisogno di normalità, non di una Francia allo sbando o di un’Europa acefala.

Isolarsi ad un certo punto con un Orban che fa innanzitutto i propri interessi non porta vantaggi, se hai il debito più alto del continente, se non hai i soldi per rispettare il nuovo patto di stabilità e se sei sotto procedura di infrazione (che non ti consente di avere aiuti dalla BCE) e se fai il bullo, unico tra 27 paesi, a bloccare il Mes, che è solo un ombrello finanziario (a buon mercato) in caso di crisi finanziaria. Al quale dici no perché “non ti fidi” dell’Europa! Senza parlare della continua presa in giro sul tema della concorrenza (balneari, mercati, taxi ecc.) che in Europa è un pilastro costitutivo.

Si scherza col fuoco, e se la tempesta rovescia la barca non bastano i buoni rapporti formali, i baciamano di Macron e di Scholz, né le pacche sulle spalle dei colleghi sovranisti. Italia fuori dell’Europa ancor prima degli ottavi di finale

Fai la fine dei barconi degli immigrati ed è patetico lamentarsi che l’Europa non ti consideri – tu Fondatore – dopo che hai passato il tempo a scagliare invettive contro i burocrati di Bruxelles.

Può salvarti solo la politica (Meloni sembrava conoscerne le regole) e cioè l’eventuale benevolenza (non gratuita e non spontanea) degli odiati Macron, Scholz e Von Der Leyen.

Info Beppe Facchetti
Beppe Facchetti è stato deputato al Parlamento e responsabile economico del PLI. E’ attualmente vicepresidente di Confindustria Intellect, che federa le associazioni della comunicazione e della consulenza.Ha sempre lavorato, in aziende, associazioni e istituzioni, nell’ambito della comunicazione d’impresa, materia che ha insegnato all’Università di Perugia e attualmente di Milano. Editorialista di politica economica per “L’Eco di Bergamo”, ha ricevuto nel 2015 la medaglia dell’Ordine per 50 anni di attività pubblicistica. Già membro della Giunta esecutiva dell’ENI, vicepresidente di Sacis Rai, ASM Brescia. Consigliere comunale, provinciale di Bergamo, candidato alla presidenza della Provincia per il centrosinistra.

La ciociara
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Un tempo senza filosofia
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Leonardo da Vinci a spasso per l’Abruzzo
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Società

Ecomafia à la française : banditismo ed ecocidio sui cantieri del Grand Paris Parigi
Ecomafia à la française : banditismo ed ecocidio sui cantieri del Grand Paris Parigi

di Maria Grazia Massimiani

Durante i lavori del maxi-cantiere francese del Grand Paris, è esplosa l’inchiesta relativa allo smaltimento di rifiuti del cantiere nelle terre agricole della regione parigina.

Il cantiere, che vedrà la luce a fine 2025, ha come obiettivo quello di ampliare l’offerta di trasporto pubblico su ferro permettendo a circa tre milioni di viaggiatori di spostarsi con maggiore rapidità nei loro percorsi quotidiani.

L’inchiesta è partita dalla denuncia di un agricoltore che, sottoposto a minacce e vessazioni di vario titolo, ha deciso di rivolgersi all’autorità giudiziaria. Evidenziando un sistema di stampo mafioso, in attività da tempo, il quale attraverso l’uso della forza aveva come obiettivo quello di impadronirsi di alcune terre incolte o a vocazione agricola della regione parigina.

Il gruppo criminale aveva preso accordi con esponenti politici di comuni che gravitano intorno all’aerea metropolitana di Parigi con lo scopo di usufruire di determinati terreni per riversare su di essi la terra di smaltimento dei lavori pubblici. Rendendola di conseguenza inquinante ed inutilizzabile.

Quello che viene descritto oltralpe come fenomeno di banditismo locale ha in realtà i caratteri specifici del sistema mafioso che logora e fagocita il territorio. Una realtà identificata dalla maggior parte della popolazione come fenomeno propriamente italiano.

Una holding finanziaria i cui interessi sono di ampio spettro e che superano i vecchi confini nazionali, infiltrandosi nelle economie estere. Una mafia nuova che guarda all’Europa e ai suoi interessi economici. I reati ambientali risultano aumentati di circa il 15% dal 2021. Questo dato ci permette una duplice lettura del fenomeno: da una parte l’aumento esponenziale dei reati ambientali da parte della criminalità organizzata ma anche la capacità di contrasto da parte della polizia e della magistratura a tale fenomeno.

Gli interessi criminali si stanno concentrando su questo nuovo business per due motivi principali, in primo luogo perché sono reati meno pericolosi da un punto di vista penale, in secondo per l’aumentata domanda da parte di una certa imprenditoria corrotta che vuole abbattere i costi produttivi relativi allo smaltimento dei rifiuti. Basta pensare che tra i business mafiosi, quello dello smaltimento di rifiuti risulta essere al quarto posto per guadagni.

L’Italia, tra i paesi europei, risulta essere all’avanguardia dal punto di vista legislativo per questo tipo di reati. Attualmente l’Europa sta cercando di mettere in atto una normativa comune che preveda il reato di ecocidio per questo tipo di attività. L’elemento chiave che deve essere comune a tutti i paesi europei è quello di una presa di coscienza sul fenomeno. Una presa di coscienza che deve essere valorizzata dalla condivisione dei dati tra ciascun paese e conseguentemente la creazione di un’unica banca dati europea alla quale attingere informazioni.

Se la società civile perde di vista questa capacità mafiosa di nascondersi e cambiare pelle, di varcare confini e linguaggi, diminuisce la sua capacità di contrasto.

Gli interessi europei e i suoi relativi mezzi finanziari non sono altro che una nuova frontiera da sfruttare per le mafie. Gli enormi investimenti attuali che gravitano intorno alle energie rinnovabili e ai sistemi di riconversione dei rifiuti sono una terra di conquista per i fenomeni criminali ma anche un sistema alternativo per le imprese ad evadere il fisco. Finché ci sarà domanda da parte delle imprese a trattare in maniera illegale il trattamento dei rifiuti, allora ci sarà sempre una risposta criminale a tale bisogno. La celebre frase pronunciata nel 1992 dal collaboratore di giustizia Nunzio Perrella, “Dottò, la monnezza è oro”, rappresenta in chiave semplicistica il senso reale che ruota intorno allo smaltimento dei rifiuti. Un oro nero che non conosce crisi.

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