Terremoto e insulti.Unita’ solo a parole
Editoriale di Daniela Piesco direttore responsabile Una notte difficile per la popolazione napoletana . Nella zona dei campi flegrei si sono registrate oltre 150 scosse di terremoto, tra cui la…
La recensione del Direttore Daniela Piesco
La Memoria come Atto di Resistenza
L’incipit di “Sono ancora qui” di Marcelo Rubens Paiva si apre con una potente riflessione sulla natura della memoria, trasformando un’apparentemente semplice descrizione dello sviluppo infantile in una profonda meditazione sulla costruzione dell’identità umana. In un’epoca in cui la memoria collettiva viene continuamente sfidata dalla velocità dell’informazione digitale, il romanzo assume una rilevanza particolare, ponendosi come baluardo contro l’oblio non solo personale ma anche sociale.
Il Linguaggio dell’Innocenza come Strumento di Verità
La scelta dell’autore di iniziare il racconto attraverso gli occhi dell’infanzia non è casuale. Descrivendo minuziosamente le prime scoperte di un bambino – dal riconoscimento dei genitori all’esplorazione degli oggetti quotidiani – Paiva costruisce un parallelo potente con la società contemporanea, dove la riscoperta della verità richiede spesso lo stesso sguardo innocente e non corrotto. La descrizione delle prime memorie diventa così una metafora della costruzione della coscienza civile.
Desaparecidos e Memoria Digitale
Il tema centrale del libro – la storia del padre desaparecido e della madre che lotta contro l’Alzheimer – si intreccia drammaticamente con le questioni contemporanee della conservazione della memoria nell’era digitale. In un momento storico in cui le informazioni sembrano eternamente accessibili ma sono paradossalmente più fragili che mai, la lotta della madre del protagonista per mantenere vivi i ricordi risuona con particolare intensità.
L’Eredità della Resistenza
Il successo del film tratto dal libro, con la vittoria del Golden Globe di Fernanda Torres, testimonia come questa storia familiare tocchi corde universali. La lotta per la giustizia della madre del protagonista, che si batte sia contro l’oblio personale dell’Alzheimer sia contro quello collettivo imposto dal potere, riflette le battaglie contemporanee per la verità in un’epoca di “post-verità”.
La Dimensione Politica della Memoria
In un momento storico in cui assistiamo a tentativi di riscrittura della storia e negazione di verità storiche, il romanzo di Paiva assume una dimensione politica fondamentale. La storia personale diventa testimonianza collettiva, e la lotta contro l’Alzheimer si trasforma in metafora della resistenza contro l’amnesia sociale imposta.
Tecnologia e Ricordi
L’accurata descrizione delle prime interazioni con gli oggetti tecnologici – dal telecomando al cellulare – acquisisce un significato particolare nell’era dei social media. Se da un lato la tecnologia promette di preservare ogni istante della nostra vita, dall’altro rischia di creare una memoria artificiale, frammentata e superficiale.
La Costruzione dell’Identità nell’Era Digitale
Il processo di formazione della memoria descritto nel libro offre spunti di riflessione sulla costruzione dell’identità nell’era dei social media. La graduale accumulazione di ricordi descritta da Paiva contrasta con l’immediata e continua documentazione della vita contemporanea, sollevando questioni sulla qualità e profondità dei ricordi nell’era digitale.
Conclusioni e Attualità
“Sono ancora qui” si rivela non solo come un potente memoir familiare, ma come una riflessione universale sulla natura della memoria e dell’identità. In un’epoca in cui la velocità dell’informazione rischia di cancellare la profondità della memoria storica, il libro di Paiva ci ricorda l’importanza di preservare non solo i ricordi, ma il significato profondo che essi hanno nella costruzione della nostra identità individuale e collettiva.
Il successo internazionale del libro e del film dimostra come questi temi tocchino una corda universale, in un momento storico in cui la lotta per la verità e la memoria assume nuove forme ma mantiene la sua urgenza fondamentale. La storia personale di Paiva diventa così uno specchio attraverso cui esaminare le sfide contemporanee della preservazione della memoria e della verità in un mondo sempre più digitalizzato e frammentato.
La Groenlandia, remota, ghiacciata e per lo più incontaminata, gioca un ruolo di primo piano nei cambiamenti climatici che stanno investendo l’intero pianeta. L’isola più grande del mondo è ora “al centro della competizione geopolitica e geoeconomica in molti modi”, ha dichiarato Geoff Dabelko, professore di sicurezza e ambiente dell’Università dell’Ohio.
Fin dal suo primo mandato, il presidente eletto Donald Trump ha espresso interesse per l’acquisizione della Groenlandia, un territorio semiautonomo della Danimarca, alleato degli Stati Uniti e membro fondatore della Nato. La Groenlandia è anche sede di una grande base militare statunitense.
Pensate alla Groenlandia come a una porta aperta del frigorifero o a un termostato per un mondo che si sta riscaldando. Si trova in una regione che si sta riscaldando quattro volte più velocemente del resto del mondo, ha detto David Holland, scienziato del clima della New York University. Il Paese ha preziosi minerali di terre rare, uranio, miliardi di barili di petrolio non ancora sfruttati e una vasta riserva di gas naturale.
Lo scioglimento dei ghiacci modificherebbe le coste di tutto il mondo e potenzialmente cambierebbe i modelli meteorologici in modo drammatico. La Groenlandia vanta una quantità di ghiaccio tale che, se si sciogliesse del tutto, i mari del mondo si innalzerebbero di 7,4 metri. Dal 1992, la Groenlandia ha perso circa 182 miliardi di tonnellate di ghiaccio ogni anno.
La Groenlandia è anche il motore di una corrente oceanica chiave che influenza il clima della Terra in molti modi, compresa l’attività degli uragani e delle tempeste invernali. L’arresto dell’Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC) è un punto di svolta climatico molto temuto che potrebbe far sprofondare l’Europa e parti del Nord America in un gelo prolungato.
Poiché si trova a cavallo del circolo polare artico tra gli Stati Uniti, la Russia e l’Europa, la Groenlandia è un premio geopolitico che gli Stati Uniti e altri Paesi hanno adocchiato per più di 150 anni. Diventa ancora più preziosa man mano che l’Artico si apre sempre di più alla navigazione e al commercio.
“La vedo incredibilmente bella. È impressionante essere lì”, ha detto Holland, che ha condotto ricerche sui ghiacci più di 30 volte dal 2007. “Pezzi di ghiaccio grandi come l’Empire State Building si sgretolano dalle scogliere e si schiantano nell’oceano. E poi, la splendida fauna selvatica, tutte le foche e le orche. È semplicemente mozzafiato”.
pH Freepik senza royalty
Editoriale di Daniela Piesco direttore responsabile Una notte difficile per la popolazione napoletana . Nella zona dei campi flegrei si sono registrate oltre 150 scosse di terremoto, tra cui la…